Partendo dalle grandi organizzazioni, fino ad arrivare alle piccole realtà, possiamo osservare che le direzioni HR hanno avviato un processo di riorganizzazione interno volto ad aumentare il livello di qualità e benessere aziendale. Scopriamo insieme le motivazioni che hanno portato a questo interesse e quali azioni possono essere utili.
Negli ultimi due anni, gli HR hanno rivolto sempre maggiore attenzione alle iniziative volte a prendersi cura delle persone, andando alla ricerca di idee da trasformare in progetti che potessero contribuire ad aumentare l’engagement dei colleghi e che potessero, al tempo stesso, rendere sostenibili i nuovi modelli di lavoro.
Facendo un passo indietro, ci accorgiamo di come questa necessità sia emersa anche in relazione ai nuovi differenti modelli di lavoro, che hanno in gran parte una caratteristica comune, quella di aver eliminato la relazione fissa tra il lavoratore e l’ufficio. Ufficio, visto da sempre come il luogo di aggregazione e in cui prende vita e si sviluppa la produttività e la vita di una azienda. Oggi questo non è più vero, o quantomeno non è più visto come una grande certezza.
Questo cambiamento ha fatto emergere in maniera importante la necessità di supportare i dipendenti nel coltivare in modo differente le relazioni professionali e nell’aiutare i nuovi colleghi ad entrare in sintonia e condividere i valori aziendali.
Rilevante importanza stanno acquisendo tutte le iniziative di employer branding volte a cercare di aumentare e mantenere il grado di attrazione della azienda, facendola apparire più che, come un luogo fisico, (il mio ufficio…), come un grande team, in cui il benessere aziendale diventa la chiave per ridurre il turnover e attrarre i nuovi candidati.
Per innescare questo comportamento, occorre necessariamente che tutta la popolazione aziendale si senta coinvolta e motivata, sviluppando un senso di appartenenza e partecipazione al processo di sviluppo dell’azienda e della propria persona.
Ogni azienda, al fine di raggiungere gli obiettivi di crescita e produttività, ha quindi la necessità di sviluppare strategie differenti rispetto al passato. Strategie che prevedano il raggiungimento degli obiettivi anche grazie al vero coinvolgimento delle persone, definendo obiettivi che per essere raggiunti necessitino dello sviluppo e del potenziamento delle capacità e performance individuali. Questo contribuirà in maniera sostanziale al fare in modo che un dipendente si senta supportato e parte integrante della propria azienda.
Seguendo questo spunto, appare chiaro che, una delle priorità aziendali, sarà quella di individuare degli elementi che puntino al miglioramento del benessere organizzativo.
Ma come si favorisce il benessere organizzativo all’interno delle aziende?
Dai dati di ricerca disponibili e dalla nostra esperienza, ecco alcuni suggerimenti:
1) Individuando i bisogni: sapendo rispondere alle esigenze dei dipendenti a seconda della loro condizione, età e condizione familiare/di vita;
2) Incentivando iniziative volte al benessere fisico e al benessere interiore;
3) Incentivando le attività sociali ed esperienziali;
4) Incentivando azioni volte alla prevenzione e cura in ambito sanitario.
Le aziende che hanno adottato una strategia in grado di rispondere alle esigenze dei dipendenti stanno ottenendo un grado di performance maggiore, poiché mediamente hanno dipendenti maggiormente soddisfatti e un clima aziendale in cui la partecipazione è percepita ed è accompagnata da una positiva disposizione alle novità e al cambiamento.