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Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati: queste le misure su cui il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), ha incentrato il Fondo Impresa Femminile, volto a sostenere la nascita ed il consolidamento di imprese “rosa”.

Un fondo dedicato a tutte le imprese femminili diffuse sul territorio nazionale, già presenti o in fase di costituzione, ed indipendentemente dalla dimensione dell’azienda stessa.

Quattro, in particolare, le tipologie di impresa che possono avere accesso alle misure stanziate:

  • Cooperative o società di persone, di cui almeno il 60% di costituito da donne socie
  • Imprese individuali con titolare donna
  • Lavoratrici autonome in possesso di partita IVA
  • Società di capitale le cui quote e componenti degli organi di amministrazione siano almeno per due terzi donne

200 milioni di euro di investimento complessivo, suddivisi tra i 160 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e i 40 inseriti nella legge di bilancio del 2021, la misura rientra nel progetto “Inclusione e coesione”, e si accosta a progetti come “Imprese ON”, a sostegno di PMI ed auto imprenditoria, e “Smart & Smart”, che coinvolge invece startup e PMI innovative.

I progetti di investimento delle imprese possono variare tra i 250 mila euro di tetto massimo previsti per le costituite da meno di 12 mesi, con possibilità di usufruire di contributi a fondo perduto, e i 400 mila euro nel caso l’azienda fosse attiva da più di 12 mesi, che al contributo a fondo perduto vedrebbe sommata la possibilità di usufruire di finanziamenti a tasso zero.

Molteplici, inoltre, sono i settori coinvolti: dall’industria all’artigianato, dalla trasformazione dei prodotti agricoli ai servizi, per concludere infine con il commercio e il turismo.

In meno di un anno dall’avvio del progetto sono state 4.985 le imprese, nuove o costituite, che hanno presentato domanda al MISE, con una capillare diffusione sul territorio nazionale (Lombardia, Lazio, Campania e Veneto su tutte); numeri che hanno spinto il ministro Giorgetti a dichiararsi estremamente soddisfatto per il risultato ad oggi raggiunto.

L’onda lunga di questo risultato ha così spinto al rifinanziamento dei progetti Imprese ON e Smart & Smart, destinando ulteriori investimenti a sostegno dell’imprenditoria italiana, femminile e giovanile in primis.

Ma qual è, ad oggi, il coinvolgimento delle quote rose nelle imprese di casa nostra?

CRIF Information Core ha condotto un’analisi specifica e mirata, volta a verificare la presenza delle donne al timone delle aziende, con particolare riferimento ad alcuni dei parametri richiesti dal Fondo Impresa Femminile per accedere alle misure di sostegno: a febbraio 2022, queste rappresentavano il 22% del totale, con un’incidenza maggiore legata ai settori dei lavori domestici (40% del totale), della sanità (38%), nonché dei servizi dedicati ad alloggi, ristorazione ed istruzione (circa una su tre).

Da un punto di vista della distribuzione territoriale, risulta invece un sostanziale equilibrio in tutte le regioni del paese (circa il 25% del totale), anche se stupisce la minore incidenza rispetto alla media nazionale in aree tipicamente dedite all’imprenditorialità (Veneto e Lombardia su tutte, con cifre che si attestano sul 19-20% della totalità).

Ad emergere è, in ogni caso, il desiderio di coinvolgimento imprenditoriale, che assume ancora più valore se colorato di rosa: una testimonianza diretta della volontà di partecipare in maniera diretta al tessuto lavorativo nazionale.

E, forse, anche trampolino di ulteriore slancio per la definitiva conciliazione tra lavoro e vita privata (soprattutto femminile), laddove, grazie ad imprenditrici donna, potrebbero trovare ancora più spazio tutti quegli strumenti di welfare aziendale finalizzati a tale scopo.

 

 

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